Le altre aree della necropoli

Le aree denominate Uliveto e Vigneto, oggi perdute a causa della trasformazione del paesaggio, sono state oggetto di studio da parte della Zancani Montuoro durante le campagne di scavo effettuate tra il 1963 e il 1969. 

Erano collocate tra il fabbricato della famiglia De Leo e il margine della Strada Provinciale 263 e risultavano danneggiate, prima dell’inizio degli scavi, a causa delle tipologie di coltivazione da cui le zone prendono il nome.

Le tombe ritrovate nella zona Uliveto erano disposte prevalentemente nel senso della lunghezza e altre in posizione trasversale. Risalgono ai primi decenni del VII secolo a.C., fase dei primi contatti tra gli Enotri e i colonizzatori greci.

Le sepolture più ricche sono la U15 e la U16: la prima fornisce diverse informazioni sulla fase di assimilazione, da parte del popolo enotrio, di usanze tipicamente greche, connesse al consumo del vino. Ciò si evince dalla presenza, nel corredo funebre rinvenuto, di una kotyle di produzione corinzia; sono presenti anche un’olla biconica con alto piede, uno scodellone e un attingitoio, produzioni che, generalmente, compongono il tradizionale corredo enotrio.

 

La Tomba U9 è una sepoltura femminile, all’interno della quale sono state rinvenute una fibula ad arco composito e staffa lunga, una coppa in bronzo di probabile importazione cipriota e una brocca da libagione, usata per mescolare il vino con l’acqua. La datazione della brocca fornisce elementi utili per la definizione delle dinamiche di introduzione dell’uso del vino in ambito enotrio, avvenuto ancor prima del 700 a.C., probabilmente in connessione alle libagioni celebrate in onore delle divinità.

All’interno del tumulo si distinguono le tombe U1 e U5 per il rinvenimento, al loro interno, di fibule “a drago”. 

 

La zona Vigneto era adiacente all’area Uliveto. Lo scavo ha portato alla scoperta di alcune tombe datate alla metà dell’VIII secolo a.C. e dotate di corredi funerari piuttosto modesti. All’interno delle sepolture femminili si segnala, in particolar modo, il rinvenimento di monili in bronzo. Le tombe maschili, invece, contengono utensili connessi al lavoro agricolo (roncola, ascia, scalpello) e, come nel caso della V7, punte di lancia in ferro.

 

L’area Lettere si trova a sud dell’area Temparella, ed è stata oggetto degli scavi della Zancani Montuoro. Purtroppo la costruzione di una strada moderna ne aveva danneggiato una grande porzione. Le tombe, caratterizzate da tumuli di dimensioni inferiori, prendono questo nome dalle lettere assegnate alle diverse sepolture, che potrebbero appartenere a un gruppo familiare vissuto intorno alla prima metà dell’VIII secolo a.C. La loro disposizione circolare fa supporre che facessero parte di una struttura a tumulo più ampia. 

La tomba A era la sepoltura di una donna, mentre la F era probabilmente quella di un uomo, il cui corredo comprendeva una falce. Data la loro posizione, si pensa che fossero una coppia. Il piccolo tumulo B, che contiene le spoglie di un bambino, rimanda all’idea che tutte queste sepolture possano essere poste in relazione tra loro e che possano rappresentare le tombe di una famiglia nucleare. 

Il ritrovamento di due defunti nella tomba G, forse un uomo e una donna, rinviano proprio all’importanza che gli Enotri attribuivano al rapporto di parentela.

 

La zona Cima, così denominata poiché si trovava sulla sommità di un’area che si affacciava quasi a strapiombo sul Carnevale, fu indagata nell’autunno del 1964. 

La tomba più antica è databile all’età del ferro: conservava la pianta ellittica, nonostante i rimaneggiamenti per la realizzazione di due sepolture greche. Il corredo ha restituito una fibula di bronzo ad arco serpeggiante, mentre alle fasi successive appartenevano i resti di due crani e qualche frammento di ceramica.