Pianoro III
Il Pianoro III si estende a sud dell’acropoli. Anche in quest’area sono stati rinvenuti diversi edifici di carattere privato, rispettivamente situati negli angoli estremi e sul punto centrale più elevato del pianoro. Subì degli adattamenti, al fine di rendere l’area adatta a ospitare abitazioni.
Casa dei Pithoi
Portata alla luce durante gli scavi condotti dalla Kleibrink tra il 1967 e il 1969 all’estremità più occidentale del pianoro, è stata costruita sopra una grande capanna ovale (9 x 20 metri) che presenta una doppia fila di buche di palo. L’edificio è composto da quattro ambienti:
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L’Ambiente 1 (5,40 x 2,50 metri) è probabilmente un ampliamento della stanza 2. Sono stati rinvenuti al suo interno un pithos, una serie di macine in pietra lavica, pesi da telaio, frammenti di attrezzi in ferro corrosi.
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L’Ambiente 2 (4 x 2,50 metri) conteneva due pithoi del VI secolo a.C. posizionati lungo la parete nord, adagiati all’interno di buche di palo riempite di frammenti di ceramica in impasto e carbone, caratteristica che fa pensare siano stati posti dove un tempo si ergevano i pali della casa protostorica. Si è trovato anche un pomello di pisside protocorinzia del VII secolo a.C. e una mezza lucerna ascrivibile allo stesso periodo. L’ambiente ha l’entrata a sud e potrebbe essere classificato come luogo deputato alle mansioni femminili.
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L’Ambiente 3 (5,20 x 2,50 metri) presenta, come il precedente, un pithos posto su una buca di palo più antica. Numerosi sono i frammenti ceramici rinvenuti: frammenti di brocche, coppe ioniche, un aryballos alla maniera egizia di faïence, una anfora raffigurante Ercole contro Gerione; reperti che testimoniano l’importanza di questo ambiente, probabilmente connesso alle attività maschili.
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L’ambiente 4 (4,20 x 5 metri) è quello di dimensioni maggiori.
Casa dei Clandestini, VI secolo a.C.
La denominazione di questo edificio deriva dall’attività degli scavatori clandestini, che ne hanno intaccato porzioni strutturali.
Sorge nell’angolo est della terrazza meridionale più bassa dell’Altopiano III, al di sopra di una abitazione più antica sostenuta anch’essa da pali.
Ciò che rimane sono i resti di un edificio del VI secolo a.C., la cui ubicazione in una posizione decentrata è testimonianza della volontà di utilizzare in maniera intensiva lo spazio a disposizione.
Casa dell’Anfora
La casa, che prende il nome dalla grande anfora ritrovata nel 1993 – datata ai primi anni del VI secolo a.C. – è stata rinvenuta sulla terrazza centrale del pianoro. I resti mostrano una serie di ambienti accostati in lunghezza e si nota la presenza di un portico sul lato sud.
Dagli scavi è emerso un insieme confuso di resti murari: probabilmente era un edificio formato da mura appartenenti a periodi diversi di costruzione, questo a giudicare dalle diverse tecniche costruttive utilizzate.
Essa sorge su una capanna lignea di forma probabilmente ovale, risalente al VII secolo a.C., l’unica che corrisponderebbe cronologicamente ai templi costruiti nello stesso periodo sull’acropoli.